E BEPPE GRILLO? NE VOGLIAMO PARLARE.....
Prima di lasciare spazio all'argomento principe che terrà inevitabilmente banco per tutta la prossima settimana (addio al nubilato di Shampyst e Flony), in questo sabato mattina assolato (e porca miseria io sono chiusa in ufficio e rubo qualche raggio di sole spostando continuamente la scrivania che una volta o l'altra finirà fuori dalla finestra) voglio parlare di Beppe Grillo. So già come la pensano alcune Viperette ma magari un po' di confronto non fa mai male.
Intanto inizio io.... e siccome, chi mi conosce lo sa, ho questo terribile difetto di essere schietta e sincera, andrò diretta al punto. A me Grillo sta un po' sullo stomaco. Faccio parte di quegli italiani (e sono più di quanto si possa immaginare) che non amano piangersi addosso e che preferiscono agire e risolvere i problemi piuttosto che chiacchierare a vuoto.
Per carità, riconosco che Beppe Grillo è molto puntuale e rigoroso nella sua critica, che si basa su dati reali ed è molto obiettiva, ma questa forma di antipolitica che denuncia i problemi e non propone soluzioni è fine a se stessa. Se non altro i politici, per quanto inapprezzabili, non professionali, al momento incapaci di gestire una situazione sicuramente difficile per la nostra nazione, si assumono delle responsabilità, fanno scelte e prendono decisioni, che poi queste siano alquanto discutibili è un altro paio di maniche.
Intanto inizio io.... e siccome, chi mi conosce lo sa, ho questo terribile difetto di essere schietta e sincera, andrò diretta al punto. A me Grillo sta un po' sullo stomaco. Faccio parte di quegli italiani (e sono più di quanto si possa immaginare) che non amano piangersi addosso e che preferiscono agire e risolvere i problemi piuttosto che chiacchierare a vuoto.
Per carità, riconosco che Beppe Grillo è molto puntuale e rigoroso nella sua critica, che si basa su dati reali ed è molto obiettiva, ma questa forma di antipolitica che denuncia i problemi e non propone soluzioni è fine a se stessa. Se non altro i politici, per quanto inapprezzabili, non professionali, al momento incapaci di gestire una situazione sicuramente difficile per la nostra nazione, si assumono delle responsabilità, fanno scelte e prendono decisioni, che poi queste siano alquanto discutibili è un altro paio di maniche.
Grillo ha sicuramente una capacità superiore nell'esporre il pensiero nazional popolare, ha grande carisma, si documenta, conosce la realtà, ma tutto ciò gli frutta un bel gruzzoletto, in costante aumento dall'apertura del blog con tutto ciò che ha comportato. Facile lamentarsi con i soldi in tasca.... o sbaglio?
Il problema più grande è però secondo me il significato socioculturale del successo di Grillo: una folla di poveri italiani si è persa, non ha più punti di riferimento, non sa dove cercare le soluzioni e, smarriti ideali e morale, trovano sostegno nello spettacolo che è sempre stato nei secoli momento di intrattenimento e di distacco dalla vita politica e reale. Ciò vuol dire che molti pensano che i problemi si risolvano in una dimensione apolitica, distaccata e sospesa rispetto alla realtà. A me tutto ciò sembra solo un voler aggirare gli ostacoli che inevitabilmente continuano ad aumentare. La politica ci ha deluso, la politica spettacolo è quello che ci vuole.
Dal Corriere della Sera di questa mattina:
"La rivincita dei clown
Il problema di molti politici democratici è che, oramai, sono diventati tediosi quasi quanto i vecchi autocrati comunisti. Nella gran parte dei casi, soprattutto in Europa, si tratta di politici di professione senza alcuna esperienza, salvo la gestione delle leve delle macchine partitiche. Sono ormai scomparsi, o quasi, i pittoreschi spiriti liberi e i sognatori imbevuti di senso civico, che un tempo ravvivavano la politica parlamentare. Al pari dei burocrati, i politici di professione hanno imparato a padroneggiare l'arte del non dire alcunché di interessante in pubblico. E si prestano al gioco di altrettanto scaltri e consumati addetti stampa, maestri della manipolazione e intervistatori televisivi. In questi giorni di agonia per il serio giornalismo della carta stampata, i più insulsi e untuosi show televisivi, confezionati da anchormen lautamente remunerati e che ben si guardano dal proferire un' idea originale, né si aspettano che un politico decida mai di farlo, rappresentano l'unica sede in cui i politici di professione si sentono abbastanza sicuri da «affrontare» il pubblico. E il pubblico, in risposta, ha voltato le spalle. Mai, dagli anni Trenta del secolo scorso a questa parte, il sentimento popolare di disgusto verso i politici nelle democrazie liberali - in Europa, in America ma anche in Giappone - aveva raggiunto livelli così alti. Il pericolo è altissimo, poiché sentimenti del genere possono facilmente sfociare nel disgusto per la democrazia liberale tout court. Occorre studiare anche, tuttavia, il lato opposto della medaglia: la fragorosa avanzata dei clown, l'anarchia della blogosfera, il successo dei fautori dell'anti-politica, gli showmen populisti che intrattengono le masse con lazzi, insulti e indiscrezioni sui canali televisivi, di cui in qualche caso sono i proprietari. Se il trionfo del presentatore televisivo col naso di gomma è un monito al conduttore uggioso e servile, il successo politico riscosso, in questi ultimi anni, da intrattenitori, demagoghi e personaggi pubblici che fanno della propria indiscrezione una virtù, suona come uno schiaffo in faccia ai politici di professione che essi dicono di disprezzare. La recente vittoria elettorale del grande showman Silvio Berlusconi illustra alla perfezione questo tipo di reazione."
Dal Corriere della Sera di questa mattina:
"La rivincita dei clown
Il problema di molti politici democratici è che, oramai, sono diventati tediosi quasi quanto i vecchi autocrati comunisti. Nella gran parte dei casi, soprattutto in Europa, si tratta di politici di professione senza alcuna esperienza, salvo la gestione delle leve delle macchine partitiche. Sono ormai scomparsi, o quasi, i pittoreschi spiriti liberi e i sognatori imbevuti di senso civico, che un tempo ravvivavano la politica parlamentare. Al pari dei burocrati, i politici di professione hanno imparato a padroneggiare l'arte del non dire alcunché di interessante in pubblico. E si prestano al gioco di altrettanto scaltri e consumati addetti stampa, maestri della manipolazione e intervistatori televisivi. In questi giorni di agonia per il serio giornalismo della carta stampata, i più insulsi e untuosi show televisivi, confezionati da anchormen lautamente remunerati e che ben si guardano dal proferire un' idea originale, né si aspettano che un politico decida mai di farlo, rappresentano l'unica sede in cui i politici di professione si sentono abbastanza sicuri da «affrontare» il pubblico. E il pubblico, in risposta, ha voltato le spalle. Mai, dagli anni Trenta del secolo scorso a questa parte, il sentimento popolare di disgusto verso i politici nelle democrazie liberali - in Europa, in America ma anche in Giappone - aveva raggiunto livelli così alti. Il pericolo è altissimo, poiché sentimenti del genere possono facilmente sfociare nel disgusto per la democrazia liberale tout court. Occorre studiare anche, tuttavia, il lato opposto della medaglia: la fragorosa avanzata dei clown, l'anarchia della blogosfera, il successo dei fautori dell'anti-politica, gli showmen populisti che intrattengono le masse con lazzi, insulti e indiscrezioni sui canali televisivi, di cui in qualche caso sono i proprietari. Se il trionfo del presentatore televisivo col naso di gomma è un monito al conduttore uggioso e servile, il successo politico riscosso, in questi ultimi anni, da intrattenitori, demagoghi e personaggi pubblici che fanno della propria indiscrezione una virtù, suona come uno schiaffo in faccia ai politici di professione che essi dicono di disprezzare. La recente vittoria elettorale del grande showman Silvio Berlusconi illustra alla perfezione questo tipo di reazione."
8 commenti:
Cavolo Ale,un bel post leggero leggero per finire la settimana....
Per quanto riguarda Grillo,condivido le sue battaglie ma non le sue posizioni,troppo incavolato con il mondo.
Sulla politica ci sarebbe moltissimo da parlare,tutti sanno che sono la viperetta più estrema ma non mi sbilancio troppo,dico solo che sta diventando tutta una pagliacciata e allora mi siedo da spettatrice a vediamo come prosegue lo show,speriamo che non diventi una tragedia......
Tra un cliente e l'altro mando il mio ultimo commento dal Piper!!!!
Ciaooooo
Nooooooooooooooo Beaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!
ti prego ancora un altro!!!!
Condivido con Ale una sorta di "antipatia" per Beppe Grillo, soprattutto nei modi e nel suo invasamento. D'altra parte devo riconoscere che quello che dice non fa una piega e soprattutto che molto probabilmente, se non usasse quei modi, molte delle verità che sbandiera non verrebbero a galla o non verrebbero comunque ascoltate. A troppe cose che non vanno ci siamo abituati, cose che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni e che ormai ci sembrano normali. Questo è davvero terribile.
PREDICA BENE E RAZZOLA MALE...FACESSE ANCHE DELLE PROPOSTE COSTRUTTIVE OGNI TANTO INVECE DI CRITICARE SOLO ....CIAO E BUON WEEK GIUSS
se non era per lui, non avremmo mai scoperto quello che c'era dietro lo scandalo PArmalat, o Telecom...ma ci pensate che gli inquirenti hanno dovuto interrogare un comico per scoprire quello che era successo? ma in che cavolo di Paese viviamo ?
d'altra parte sono d'accordo sul fatto che dovrebbe non solo cirticare,ma anche proporre una soluzione ai problemi. però non ce lo dimentichiamo: è un comico, un attore, e non prende lo stipendio da parlametnare (non ancora,per lo meno).
Su Beppe Grillo mi avete "tutti rotto i cojoni". Mi adeguo al frasario dell'occorrenza ma credetemi la sostanza del pensiero non si distanzia poi così tanto dalla forma del proloquio. C'è chi sostiene che guadagnando tanti soldi non può parlare a nome dell'operaio. Allora Berlusconi può fare il presidente? C'è chi sostiene che dopo aver distrutto non propone nulla. Allora Fini è un buon politico? C'è chi sostiene che la volgarità e l'insulto devono essere sempre censurati dalla televisione pubblica. Allora Bossi ancora lo fanno parlare? Su Grillo non facciamo gli ipocriti, perchè diceva le stesse cose quando ancora molti di voi non erano nati, o per caso avete dimenticato la battuta sui cinesi socialisti che rubano? Per quella frase ha pagato con l'esilio dalla televisione. Insomma una sorta di editto bulgaro ante litteram. Erano gli anni ottanta del rampantismo craxiano. Era ieri anche se sembra oggi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Beppe_Grillo
andrea
E allora scusa... qual è la differenza tra Grillo, Fini, Bossi, Berlusconi, e perchè no Veltroni, D'alema e Prodi??
Che il primo è solo un comico.
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