Non voglio parlare nè di scimmie, nè della teoria darwiniana, ma bensì dell'evoluzione della moda che sicuramente ci aggrada di più, ed in particolare dell'evoluzione dei costumi da bagno!
Lo so che è ancora un po' prestino, ma su ragazze l'estate è alle porte e noi dobbiamo assolutamente adeguarci!
Partiamo dal principio:
Estate 1812: Dieppe, in Normandia. Siamo ad agosto, una giornata insolitamente afosa per questi luoghi. La gran signora attorno alla quale si danno da fare paggi e dame di corte è vestita da capo a piedi. Letteralmente: completo di lana color cioccolato, con tunica e pantaloni fino ai piedi, non sia mai che si possano intravedere le forme del corpo. Così agghindata, la regina d'Olanda Ortensia di Beauharnais sfida le onde, e si immerge.
Bisogna aspettare fino al 1824 per avere un VESTITO studiato appositamente per immergersi in acqua: cappello, ombrello, guanti, abito di panno pesante, calze di lana e scarpe di vernice(per nessuna ragione al mondo occhi terzi, in spiaggia, o magari da bordo di una barca di pescatori, avrebbero dovuto sbirciare centimetri di pelle). La necessità di muoversi tra sabbia e mare, tuttavia, spinse le donne più «ardite» (sicuramente delle gran viperette d'epoca) ad accorciare o togliere sottovesti e corsetti di troppo. Dal 1890, i vestiti da bagno «arretrano». Gonne e pantaloni si ritirano fino al ginocchio.
Certo, la strada è ormai segnata. Le tappe, chiare: accorciare, dimuinuire, scoprire.
All'inizio fu una bomba. Anzi, due bombe: quelle all'idrogeno sganciate nel luglio del 1946 dagli americani su un atollo della Micronesia. Bikini, per l'appunto. Pochi giorni dopo, un geniale quanto sconosciuto sarto francese, Louis Réard, sgancia dai bordi della piscina Molitor di Parigi una nuova moda per l'estate: invece del costume intero, faticosa conquista di decenni di «lotte femminili», un due pezzi destinato ad avere l'effetto di una bomba sulle usanze dell'epoca. E che dunque decise di chiamare «bikini».
Scoppiò così la moda del bikini tra le donne dello spettacolo (Brigitte Bardot, Marilyn Monroe, Sofia Loren)«perfido» strumento di seduzione che però stentava a decollare tra le donne "normali".
Ma ci volle un tocco «regale», ancora una volta, alla fine del decennio, per convincere tutti che il bikini poteva rientrare a buon titolo nei costumi occidentali: Margaret d'Inghilterra, figlia della regina Elisabetta, non si fece alcun scrupolo a farsi immortalare in due pezzi mentre sbarcava dallo yacht dell'Aga Khan a Porto Cervo. E se poteva permetterselo una nobile…Da allora nessuna donna italiana se la sentì di rinunciare a questo costume delle meraviglie.
Il bikini è rimasto sostanzialmente invariato fino agli anni '70 del secolo scorso, quando il percorso della sua evoluzione ha conosciuto l'ultima variazione possibile (nudità integrale a parte): il tanga.
Vi sembrerà strano ma anche il tanga ha la sua storia: La leggenda vuole che il primo costume di questo tipo sia nato a Ipanema, la spiaggia di Rio de Janeiro, nel 1972. La prima a idearlo e indossarlo sembra sia stata la signora Rose di Primo, una brasiliana, italiana di origine, che avrebbe fatto da sola delle modifiche al suo costume per farsi notare in una festa in spiaggia. La leggenda dice anche che Rose, sconvolta dallo scandalo da lei stessa creato, si sia successivamente chiusa in convento(questa non era sicuro una viperetta) In ogni caso, da quel momento, le giovani (e meno giovani) brasiliane facero a gara nell'indossare il «filo interdental», sinonimo senza bisogno di traduzione, più colorato e succinto si potesse trovare in vendita! Resta però il fatto che molte ragazze italiane preferiscono ancora il normale bikini.
Tutto questo poema solo per rendervi partecipe della nuovissima evoluzione del tanga: il
QUADRANGA!
Ebbene si, anche io non potevo crederci, alla faccia dei segni (la nostra shamps impazzirebbe!) la nuova moda balneare del 2008 sarà proprio questa!
In spagna non si parla d'altro, e sembra che anche qui in italia stia avendo un discreto successo! Ma io dico una cosa un po' più comoda no eh??
(fonte storica Corriere della Sera!)